Ιnsegnare (bene) ad adolescenti e pre-adolescenti ( Parte 1)

Telis Marin

Pensate al seguente esperimento: prendiamo un insegnante d’italiano con una lunga esperienza d’insegnamento ad adulti e mettiamolo in una classe di ragazzi 12enni o 14enni, in una scuola pubblica. Secondo voi, ce la farebbe senza problemi? Credo proprio di no. Perché insegnare ad adolescenti e preadolescenti è molto più impegnativo che insegnare a studenti adulti. Bello, ma impegnativo.

Chi ha studenti adolescenti sa benissimo che quando un ragazzino o una ragazzina scelgono di imparare l’italiano, è un compito alquanto arduo mantenere alta la loro motivazione, anche perché ad un certo punto scoprono che anche in italiano c’è... la grammatica! Che anche in italiano devono studiare ed essere interrogati!

La lezione non può essere solo ascoltare musica e parlare di moda, sport e cucina! E anche se iniziano il corso con tutte le buone intenzioni, un po’ la stanchezza, un po’ il sistema scolastico, un po’ le tante distrazioni dentro e fuori dall’aula, un po’ qualche sciopero, un po’ alcuni compagni di classe che per... abitudine amano rovinare la lezione, non è facile neanche per l’insegnante più bravo e preparato finire l’anno scolastico senza problemi. Ovviamente si tratta di esempi generalizzati, che non valgono sempre, ma sono fortunati i colleghi che non si riconoscono in questi casi.

Le cose dipendono molto dal... materiale didattico. E se è difficile insegnare ad adulti con un libro mediocre, figuriamoci quanto lo è insegnare ad adolescenti con un libro non adatto a loro. In molti paesi del mondo, compresi gli Stati Uniti e altri paesi “avanzati”, succede che in classi delle medie e delle superiori – quindi di ragazzi adolescenti – si usano libri pensati per adulti!

Distinguere un manuale per adolescenti non dovrebbe essere difficile: in realtà basterebbe... sfogliarlo. Ma aldilà dell’aspetto grafico, ci sono tante caratteristiche a livello cognitivo altrettanto importanti, a mio avviso indispensabili:

Ci vuole una storia! Qualche anno fa ho chiesto a un libraio di Milano cosa pensava di un corso d’italiano, se lo considerava adatto per la scuola media. La sua risposta è stata: “Ma non c’è una story-line, non ci sono personaggi!”. La storia è importante per tanti motivi. Innanzitutto per motivare gli studenti, creare in loro la curiosità di sapere cosa succederà più avanti, nelle pagine e unità successive. Inoltre, più pensano alla storia e meno si rendono conto che stanno studiando! Imparano inconsciamente, la trama non gli fa prendere troppo sul serio gli aspetti linguistici: crea un contesto tramite il quale tutto si può presentare in maniera più piacevole e rilassata. E poi senza storia non ci sono protagonisti, personaggi con cui gli studenti possano identificarsi, avendo la loro stessa età, gli stessi interessi, le stesse ansie. Così, è più facile che i nostri studenti siano coinvolti emotivamente. 

Le tematiche: un libro per adolescenti e pre-adolescenti dovrebbe parlare di... loro, del loro mondo, di tutto quello che li circonda, che interessa loro. Questo dovrebbe essere scontato, ma non sempre lo è. Vogliamo motivare i nostri studenti? Vogliamo che si sentano parte integrante della lezione e dell’approccio didattico, che svolgano le attività non solo perché devono ma perché le trovano interessanti? Allora, bisogna entrare “nel loro mondo”, portarlo in classe, rendere la lezione una parte di esso e viceversa. Non è impossibile farlo usando un libro non pensato per adolescenti; ma è molto piacevole, sia per loro che per noi, se abbiamo a disposizione il materiale didattico giusto, creato ad hoc. Non mi riferisco solo alle pagine di civiltà: tutto, dalla grammatica agli aspetti comunicativi, agli esercizi, agli esempi, alle attività ludiche, tutto può essere impostato su quello che interessa loro, come se fosse stato scritto proprio... da un adolescente!

 

Telis Marin